Alessio Boni e Marcello Prayer sono protagonisti al Teatro Poliziano. Venerdì 29 marzo 2017, ore 21.15, va in scena a Montepulciano “I duellanti”, uno spettacolo annoverato tra i più attesi in questa stagione teatrale. Tratta da un racconto dell’autore di culto Joseph Conrad, l’opera presenta un mondo in rapida estinzione e, al tempo stesso, come un simbolo dell’assurdo: i fili della vita e del destino sfuggono di mano e sopravanzano ogni buon senso e prevedibilità. Misteriosa è la vicenda che lega due ufficiali dell’esercito napoleonico, Armand D’Hubert e Gabriel Florian Feraud. Sono proprio loro due che, per vent’anni, non smettono mai di duellare a causa di un banale battibecco. Di duello in duello, D’Hubert e Feraud partecipano alla conquista dell’Europa e all’ascesa di Napoleone, poi vivono sulla loro pelle la disfatta di Russia, fino alla sorprendente scoperta finale.
ALESSIO BONI AL TEATRO POLIZIANO CON
Un testo esemplare traccia l’affresco di un mondo, quello della cavalleria e degli eserciti ottocenteschi, che da lì a breve sarebbe stato spazzato via dalle nuovi armi e dalle nuove logiche militari del Novecento: l’introduzione di armi da fuoco a ripetizione e il super potere degli industriali nella gestione dei profitti di guerra avrebbero buttato all’aria antiche regole, l’etica militare e reso smisurati gli eccidi sui campi di battaglia. L’idea geniale su cui si articolare la vicenda narrata è che i due avversari non si fronteggiano sugli opposti versanti del campo di battaglia: sono invece ufficiali dello stesso esercito, la Grande Armée di Napoleone Bonaparte. Ussari, per l’esattezza. Per motivi a tutti ignoti – e in realtà banalissimi, al punto da rasentare il ridicolo – inanellano sfide a duello che li accompagnano lungo le rispettive carriere, senza che nessuno sappia il perché di questo odio così profondo. E, proprio per il mistero che riescono a conservare, i due diventano famosissimi in tutto l’esercito napoleonico: non tanto e non solo per i meriti sui campi di battaglia di tutta Europa, quanto per la loro eroica fedeltà alla loro sfida reciproca, che li accompagnerà per vent’anni, fino al duello decisivo. Gabriel Florian Feraud, guascone iroso e scontento, e Armand D’Hubert, posato e affascinante uomo del nord, non sono semplicemente due giovani promettenti, e sconcertanti ufficiali del più grande esercito dell’Ottocento, ma a modo loro incarnano incubi e ossessioni che – da Melville a Faulkner, da Kafka fino ad Albert Camus – accompagnano la cultura occidentale fino allo sfacelo della seconda guerra mondiale.
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